Il castello di Piticchio


A dispetto del suo nome, che sembrerebbe indicare un luogo piccolo ed insignificante, Piticchio di Arcevia è un incantevole borgo-castello dalla struttura rinascimentale perfettamente conservata, sito sulla cima di un colle che alle spalle di Senigallia degrada dolcemente verso la costa marchigiana.
Edificato a 400 mt sopra il livello del mare nella seconda metà del XII secolo, il borgo nasce da un insediamento romanico chiamato "pitulum" e fa parte del sistema difensivo di nove rocche - tutte a contatto visivo con almeno un'altra - che circondano la nobile cittadina di Arcevia (già Rocca Contrada) e che un tempo consentivano alla popolazione di trovare riparo dalle scorrerie dei pirati barbareschi venuti dal mare.
Gravemente danneggiato durante la contesa tra il Comune di Rocca Contrada e il Vescovo di Senigallia, il castello di Piticchio viene ricostruito dopo gli accordi del 1289 e successivamente rimodellato in forma quasi perfettamente circolare nel 1542 da Mastro Giovanni Di Matteo da Bellinzona secondo i più avanzati criteri militari dell'epoca. Nella seconda metà del '700 viene costruito sulla via principale, accorpando precedenti edifici, il palazzo Carletti Giampieri, tipico esempio di architettura civile di prestigio delle Marche, che custodisce al suo interno un graziosissimo teatro costruito nel 1846 (foto 1), sicuramente tra i più piccoli del mondo, dotato di un ordine di palchi ed in grado di contenere non più di una trentina di persone.
L'arco gotico (foto 2) alla base della torre, risalente al tardo Medioevo, sovrasta l'antica ed ancor oggi unica porta d'ingresso al borgo, alla quale una volta si accedeva con una ripida rampa ed un ponte levatoio. L'attuale accesso al paese risale alla fine dell'800, quando viene costruito un più comodo terrapieno laterale con una seconda porta monumentale sulla quale spicca oggi lo stemma realizzato in ceramica nel 1991 dal pittore Bruno d'Arcevia.
Entro le mura del castello, nel punto più alto del paese, si trova la chiesa parrocchiale di S. Sebastiano, edificata nella seconda metà del '400 e ampliata alla fine del secolo successivo.
A questo periodo risale il bell'altare centrale in legno dorato contenente tre tele di Ercole Ramazzani (Arcevia, 1535-1598) raffiguranti l'Ultima cena, San Sebastiano e Santa Chiara. L'edificio, che contiene un pregevole organo del 1737 attribuito a Sebastiano Vici, è stato parzialmente ricostruito ed ampliato dopo il terremoto del 1751.
Dagli anni Sessanta in poi, numerosi nuovi nuclei abitativi sono sorti intorno alla cerchia delle mura e all'interno del castello risiedono oramai in permanenza solo una dozzina di famiglie, ma non per questo l'antico borgo ha perso la sua vivacità: le numerose manifestazioni culturali, musicali ed enogastronomiche organizzate soprattutto fra giugno e novembre fanno di Piticchio una meta da non mancare, tipica di quell'Italia a torto considerata "minore" e capace di riservare affascinanti sorprese.
Nei dintorni di Piticchio, oltre ad Arcevia (con le sue robbiane ed un interessante museo archeologico) e agli altri suoi borghi castello (Palazzo, Caudino, San Pietro, Montale, Loretello, Nidastore, Castiglioni ed Avacelli), luoghi da visitare sono Fabriano (con il museo della carta, la pinacoteca diocesana e il graziosissimo museo dei mestieri in bicicletta), Genga e le grotte di Frasassi, fra le più estese d'Europa.

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